Professor Giovanni Carlo Zapparoli


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09/13/2024

In ricordo del Professore

Maria Villa

Sono ormai trascorsi 15 anni dall'improvvisa scomparsa del professor Zapparoli, in una giornata di sole, mentre nuotava nel mare della Liguria. Ricordo la telefonata di Cristina, che piangeva disperata. Oggi, se fosse qui, avrebbe compiuto 100 anni e chissà quante idee nuove ci avrebbe regalato! Era una persona veramente speciale, con una visione delle cose originale, mai scontata e sempre avanti, pur rispettosa del passato. Il nostro modello attuale ne è conferma. È stata dura riprendersi, ma grazie alla dottoressa Gislon e all'impegno di tutti siamo andati avanti. Ora la psicologia è diventata una disciplina molto riconosciuta, con una sua autonomia e specificità rispetto alla medicina, ma non è sempre stato così. Io mi sono laureata in Filosofia e specializzata in Psicologia in Cattolica con un percorso di quattro anni, a numero chiuso, (eravamo 20 persone selezionate). Esistevano solo due facoltà a Roma e a Padova e il percorso richiesto era cosi. Questo per quanto riguarda l'acquisizione del "titolo", ma poi la vera formazione è avvenuta al Centro di Psicologia Clinica della Provincia di Milano. Lì esisteva di già una scuola di psicoterapia prima che il Ministero lo stabilisse come obbligo, si facevano supervisioni di casi, si coinvolgevano gli infermieri psichiatrici. C'era molto fermento e apertura verso nuovi modelli (per esempio cognitivo/comportamentale), ma sempre mantenendo salde le basi della teoria classica psicodinamica che metteva al centro il paziente e i suoi bisogni. Io venivo dall'Università, pensavo di dovere acquisire un linguaggio molto articolato e complesso, fare interpretazioni profonde e invece Zapparoli mi ha insegnato a stare zitta in certe circostanze e lasciare muovere il paziente, riconoscendo il suo diritto di espressione. Il Professore era una persona molto aperta, curiosa, libera, e nello stesso tempo rigoroso e attento. Ricordo certe sue uscite spiritose; una volta avevamo appuntamento con un docente della Cattolica basso di statura e un po’ in carne, che aveva un'espressione molto compita e teneva spesso le braccia incrociate sul petto. Andò ad aprire e venne da me dicendo "E ‘arrivato il signor curato" rivelando in quel momento l'immagine che rimandava e che gli corrispondeva a pennello. Usava espressioni milanesi, a volte il famoso vaff…in senso liberatorio che spegneva le tensioni. Ricordo un episodio. Ero in segreteria nel suo studio, udimmo un rumore forte provenire dal suo studio. La segretaria spaventata entrò e vide la sedia rovesciata e tutti i libri sulla scrivania sul pavimento…Zapparoli disse “che cosa è successo? È successo niente! e insieme al ragazzo si mise a fare ordine. Ricordo un paziente che non parlava da più di un mese con nessuno, che invece al primo incontro con lui gli raccontò il motivo del suo silenzio. Sapeva fare queste cose, ma sapeva anche di poter sbagliare e imparare dagli errori come ci ha ben spiegato.

Era veramente speciale! Penso che l’intenzione di tutti noi sia quella di mantenerne la memoria e il cuore del suo insegnamento con un atteggiamento di apertura e di curiosità verso il nuovo. Abbiamo la fortuna di avere la guida solida e profonda della dott.ssa Gislon e questo ci rassicura molto. Non siamo soli e siamo riusciti nel tempo a costruirci un gruppo che avanza e procede nel segno indicato dai Maestri. Ormai possiamo anche contare su un buon numero di ex allievi inseriti nel lavoro che diffondono il nostro modello. Non possiamo che provare gratitudine per quello che abbiamo ricevuto.