ll Giorno della Memoria è una giornata internazionale indicata dall’Assemblea generale dell’Onu nel 2005 per ricordare la Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebraico, e tutti i deportati nei campi nazisti, già introdotta in Italia con la Legge n. 211 del 20/07/2000 per ricordare le vittime dell'Olocausto, le leggi razziali e coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani.
Gli accadimenti storici e politici degli ultimi anni, su cui non mi dilungherò in questa sede, hanno favorito il prolificarsi di nuove ondate di odio razziale, antisemitismo, negazionismo e incitamento all’odio: ancor di più si rende perciò necessario porre l’accento su giornate come questa, occasione non solo per rendere omaggio alle vittime del passato, ma anche per soffermarsi a riflettere in merito ai meccanismi psicologici e sociali che hanno reso, e ancora rendono possibili persecuzioni, genocidi e stermini.
Con Hannah Arendt, nella sua celebre opera “La banalità del male”: “E’ nella natura delle cose che ogni azione umana che abbia fatto una volta la sua comparsa nella storia del mondo possa ripetersi anche quando non appartiene a un lontano passato.”
Diverse sono le discipline che hanno fornito contributi che ci aiutano a riflettere su alcuni temi pregnanti: come la psicologia sociale, grazie al lavoro di autori del calibro Asch, Milgram, Zimbardo Bandura e Smith che ci offre una lente critica per analizzare alcuni fenomeni come il conformismo, l’obbedienza all’autorità e il processo di disumanizzazione, la psicologia generale e le neuroscienze invece, strumenti di lettura rispetto alla memoria e al suo funzionamento, attraverso una descrizione dei processi di codifica, immagazzinamento e recupero delle informazioni, alla sua importanza nella costruzione dell’identità individuale così come alla memoria collettiva, la sociologia attraverso il lavoro di Zygmunt Bauman che ha proposto una lettura dell’Olocausto come fenomeno della modernità, e infine la filosofia politica di Hannah Arendt che ha dedicato gran parte della propria ricerca ad indagare temi quali la natura del male, la responsabilità morale e le dinamiche umane e politiche che permettono il radicarsi dei totalitarismi.
La Memoria di questa giornata è legata a coloro i quali sono riusciti a sopravvivere e che hanno portato la propria testimonianza, un ricordo autobiografico divenuto memoria collettiva: la dolorosa ma preziosa narrazione diviene fondamentale nel complesso processo di elaborazione individuale e collettiva. Come ci insegna la psicotraumatologia, in taluni casi il trauma può divenire transgenerazionale, ossia gli effetti di esperienze traumatiche vissute da una generazione vengono trasmessi alle successive a livello psicologico, sociale ed emotivo (Kellermann 2001, Yehuda 2008).
Ancora Arendt: “I vuoti di oblio non esistono. Nessuna cosa umana può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perché certi fatti non si risappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. E perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza.”
Ulteriore scopo della Giornata della Memoria non può quindi che essere quello di sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della memoria storica e di insegnare i valori del rispetto, della tolleranza e dei diritti umani; attraverso commemorazioni, testimonianze e attività culturali, si promuove quindi una riflessione critica sul passato e sulle sue implicazioni nel presente.
In conclusione, mi permetto di prendere in prestito la figura che il Professor Zapparoli chiamava la “posizione di Giano bifronte” in ambito psicoterapeutico e che penso possa diventare metafora del senso di questa giornata commemorativa. Giano Bifronte è una figura della mitologia romana rappresentata da due volti che guardano in direzioni opposte, a simboleggiare il passato e il futuro: come lui oggi abbiamo la responsabilità di guardare alle esperienze del passato con la consapevolezza che apprendere, capire ed elaborare sono strumenti essenziali per muoversi verso un futuro differente.